Mi occupo da molti anni di sicurezza sul lavoro e voglio introdurre la mia offerta di consulenza e di formazione con alcune premesse.
Deve essere chiaro che nella selva di norme e divieti della legge italiana, essere totalmente a norma è quasi impossibile. Se non altro per il fatto che le leggi nascono per aziende molto grandi e sono pensate soprattutto per settori che non sono l’agricoltura e tanto meno il giardinaggio. Questo potrebbe portare molti ad arrendersi prima di iniziare ad affrontare la questione.
INVECE, pur consapevoli dei limiti, si deve cominciare a considerare la salute e la sicurezza sul lavoro come una parte integrante del LAVORARE BENE, tanto quanto la qualità dei beni e dei servizi che produciamo e forniamo, una buona gestione dei soldi in uscita ed entrata nell’azienda e la cortesia con i clienti. Bisogna smettere di percepire ogni adempimento come l’ennesima tassa da pagare, inutile e fastidiosa, e cogliere l’opportunità per migliorare. Un semplice esempio: un corso che diventa obbligatorio per l’utilizzo di un’attrezzatura che già usiamo è davvero solo una tassa da pagare con un F24 SE il corso è svolto in modo superficiale e svogliato da istruttori non competenti, ma può essere una grande opportunità di crescita professionale se invece è curato con entusiasmo da docenti preparati, migliorando anche l’efficienza, oltre che la sicurezza.
Ci sono accorgimenti e adempimenti che ha perfettamente senso applicare, in quanto davvero utili per la sicurezza e la salute, e che a costi più che accettabili evitano incidenti e potenziali multe. A volte basta mettere per iscritto quello che già si fa per buon senso per adeguarsi alle norme, ma nelle aziende piccole non ci si pensa!
Io ritengo poi importantissimo compilare un buon Documento di Valutazione dei Rischi.
Come sopra, viene percepito come l’ennesima scartoffia da compilare per far piacere ai burocrati, perché nella pratica più diffusa è esattamente questo che succede. Invece può e quindi DEVE essere una fase utile. Non basta mai ripetere un punto: il DVR deve essere redatto e firmato dal datore di lavoro (o autonomo), è uno dei 2 (non tanti….) obblighi non delegabili. Redigere il DVR vuol dire mettersi lì e illustrare qual è la propria procedura lavorativa, quali sono i rischi presenti, cosa si è fatto e cosa si farà per minimizzarli. NON E’ UNA PERDITA DI TEMPO!
Una volta elaborato un buon DVR questo diventa con poco impegno e ancor meno tempo un POS o un programma dei lavori.